Acrilamide cancerogeno, in quali alimenti lo troviamo e che cosa è nello specifico. Come possiamo evitarlo.
Acrilamide cancerogeno, in quali alimenti lo troviamo e che cosa è nello specifico e cosa rende nociva questa sostanza? Per prima cosa dobbiamo dire che l’Acrilamide è una sostanza che si forma nei prodotti amidacei durante la cottura di determinati cibi. Parliamo di alimenti fritti o a base di patate, cracker, biscotti e caffè. Questo elementi si forma quando i cibi vengono preparati e cotti in un certo modo, fritture, al forno, alla griglia.
Ma allora non possiamo più mangiare? Se in alimenti come biscotti, snack ai cereali, frutta secca, caffè è presente questa sostanza, dobbiamo limitare drasticamente il nostro regime alimentare? Al momento a valutare le quantità in cui l’acrilamide può essere assunta è l’Unione Europea, al lavoro per capire i parametri consentiti affinché la sostanza che dal 2005 è ritenuta cancerogena e genotossica, può essere assunta. Presente anche nelle sigarette, ma a cosa più preoccupante è comprenderne le quantità nei cibi.
Sulla questione della potenzialità cancerogena, l’acrilamide è ancora alla base di numerosi studi tra cui uno svedese effettuato nel 2002. Lo studio effettuato 21 anni or sono, fu fatto sugli animali appurando che questi consumassero questa sostanza in dosi notevoli. Lo studio rivelò che questi esemplari erano maggiormente esposti al fattore di rischio di contrarre le patologie cancerogene ed anche a problemi di carattere neurologico.
Ma come si forma l’acrilamide? L’acrilamide si forma dalla cosiddetta reazione di Maillard e cioè un modo utilizzato in cucina che rende i cibi croccanti. Questo risultato avviene con la reazione di zuccheri e aminoacidi dando vita al fenomeno. I fattori di rischio riscontrati nello studio svedese erano elevati, ma tenendo in considerazione che furono effettuati su animali, al momento il fattore di rischio sull’uomo non è tato ancora appurato.
L’esperimento nel 2002 fu fatto somministrando agli animali dosi di acrilamide migliaia di volte superiori rispetto a quelle che le persone assumono giornalmente e proprio per tale motivo resta ancora da comprendere se in quantità minime questa sostanza può davvero divenire pericolosa per l’uomo. Per or la Commissione europea ha solo predisposto dei parametri oltre i quali non bisogna andare, dei valori oltre il quale l’acrilamide non dovrebbe essere presente negli alimenti. I parametri devono essere indicati sulla confezione degli alimenti e al momento, si sta anche valutando le possibili sanzioni nei confronti di chi non li rispetterà. Una nuova norma dovrebbe arrivare entro l’estate. Uno dei consigli degli esperti è quello di, ad esempio, conservare le patate fuori dal frigo oppure usare una miscela arabica per il caffè, o ancora fare attenzione a friggere e tostare i nostri cibi senza bruciarli. Insomma, prestare attenzione per evitare il peggio.
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