Buone notizie per tutti i lavoratori, oggi è possibile andare in pensione un anno prima, a soli 59 anni, ma come si fa? Ecco tutti i dettagli.
In questi giorni, il tema pensionistico è tornato ad essere di grande attualità. La formula della “Opzione Donna” sta ritornando tra i grandi temi d’interesse del governo. Secondo le indiscrezioni lanciate da Repubblica, potrebbero essere abbassate di un anno l’età minima (da 60 a 59 anni) per poter usufruire della misura ed eliminare il vincolo che riguarda i figli. L’Opzione Donna è una misura prevista per le donne che intendono andare in pensione prima dei 62 anni, l’età minima in cui può essere richiesta la pensione prevista dal vecchio sistema retributivo.
In sostanza, per rientrare nei requisiti di accesso di questa misura, la donna deve aver compiuto almeno 58 anni di età e almeno 35 anni di contributi e, al contempo, non avere figli nati o adottati prima della nascita della figlia più giovane. Se l’attuale vincolo legato alla presenza dei figli verrà abolito, l’età minima richiesta potrebbe passare da 58 a 59 anni. Di fatto, in questo modo un gran numero di donne potrebbe avere accesso alla pensione già dai 59 anni, sebbene non sarebbe più prevista una detrazione dalla base di calcolo della pensione. Ad ogni modo, la misura in questione non solo potrebbe beneficiare un gran numero di donne, ma anche favorire un incremento dell’occupazione femminile nei lavori più sfruttati.
Cosa potrebbe cambiare
La nuova norma prevede che le donne possano “uscire”, cioè andare in pensione, con 42 anni di contributi indipendentemente dall’età. Inoltre, la finestra di uscita per le donne dovrebbe essere un anno prima dalla data in cui l’età è: 57 per il 2022, 58 per il 2023, 59 per il 2024 e così via. Il governo considera l’Opzione Donna 2023 come un passo importante per rendere la pensione più equa tra uomini e donne. È un intervento a sostegno della parità di genere, considerando l’opportunità per le donne di uscire dal mondo del lavoro prima degli uomini. Una delle conseguenze più importanti del nuovo modello pensionistico sarà la modifica del requisito reddituale per poter accedere alla misura di inclusione attiva, conosciuta come Reddito di Cittadinanza. Inoltre, prevede l’innalzamento della no tax area anche per le persone che hanno un ISEE uguale o inferiore a 8.000 euro.
L’Opzione Donna 2023 comporta anche un importante cambiamento in termini di tasse: non ci sarà più una tassazione progressiva, ma una tassazione unica alla fonte, cioè l’IRPEF verrà calcolata sulla base dei contributi versati. L’Opzione Donna 2023 rappresenta un grande cambiamento nella normativa pensionistica per i lavoratori italiani. Prevede l’uscita anticipata delle lavoratrici, un cambiamento nella no tax area per le pensioni e una modifica del requisito reddituale del Reddito di Cittadinanza. Si tratta di una novità innovativa che potrebbe contribuire a rendere più equo e giusto il sistema pensionistico italiano.
Come funziona
L’Opzione Donna è una misura che consente a lavoratori donne di anticipare la pensione, tenendo conto delle diverse difficoltà che esse incontrano nell’accesso alla pensione. La prima versione della misura è stata introdotta nel 2005, ma nel corso degli anni è stata adattata più volte in base alle esigenze delle donne. Il primo adeguamento si è verificato nel 2012 e l’ultimo nel 2019. Attualmente, è in vigore l’Opzione Donna 2023 che si riferisce ai periodi di carriera dal 2012 al 2023.
Questa versione della misura ha introdotto alcune interessanti opportunità per le donne che vogliono anticipare la pensione. Innanzitutto, consente a chi ha iniziato a lavorare prima del 1992 di richiedere la pensione a 58 anni anziché a 67. A seconda del periodo di contribuzione e del lavoro svolto, la donna può ottenere un importo bonus fino a €8.000. Il bonus è riconosciuto per un massimo di 8 anni, a eccezione dei periodi di contribuzione effettuati nel periodo 2012-2023.
Inoltre, l’Opzione Donna 2023 prevede la possibilità di anticipare la pensione anche per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1992 e ha maturato almeno 20 anni di contribuzione. In questo caso, la pensione può essere richiesta a 63 anni. Infine, la misura introdotta nel 2019 permette a chi ha fatto parte delle forze armate di richiedere la pensione a 55 anni. Sebbene l’Opzione Donna 2023 rappresenti un’importante opportunità per le lavoratrici, è importante ricordare che la misura prevede l’applicazione di una penalità pari al 7% per ogni anno anticipato. Il calcolo della pensione dovrebbe quindi essere attentamente valutato prima della scelta dell’Opzione Donna.