Conosci il nuovo fenomeno nato dai smartphone? Si chiama Phubbing una sort di “triangolo tra noi,, la persona che ci accanto e lo smartphone.
Oramai l’utilizzo dello smartphone sta diventando una vera e propria malattia, una dipendenza dall’idea di stare in contatto con ilo mondo ed invece si tende a sviluppare una notevole solitudine. Si tende sempre di più ma restare sul proprio divano ad esempio, da soli, in attesa di uno stimolo nuovo ma che non deve arrivare dall’esterno, ma dei video di TikTok, di Instagram o Facebook oppure qualche chat di WhatsApp. Non è sicuramente il tipo di socialità che fa bene, e proprio per questa oramai cronica dipendenza dai dispositivi elettronici8, che viene fuori una nuova parola: “Phubbing”. Ma di cosa stiamo parlando? Che cosa significa phubbling? Questo neologismo nasce dall’unione di due parole, che vanno a identi8fucare le due parole “snobbare” e “smartphone” e sono: phone e snubbing.
Ogni giorno tutti noi snobbiamo realmente, fisicamente l’altro dando la nostra attenzione al telefono cellulare ed ai social e questo lo facciamo praticamente tutti chi più e chi meno. Che siamo comodamente nel salotto di casa quando guardiamo la tv, o mentre camminiamo per la strada, anche se non camminiamo soli ma siamo con un amico ad esempio. noi ignoriamo il nostro interlocutore in carne e ossa per restare incollati allo schermo del nostro cellulare, e questo accade addirittura con i nostri figli. Questo termine è stato inventato nel 2013 dall’australiano Alex Haigh, oggi esperto di comunicazione identificando nel nome quella sensazione spiacevole di trovarsi accanto a una persona che ci ignora completamente perché assorbito dalla lettura di mail, messaggi e post sui social. Scortesi ed isolati, così possiamo definirci e questo è un comportamento che va a minare anche i rapporti con il partner e i figli.
Oltre ai rischi che derivano dal perdere di vista i piccoli anche solo per pochi minuti, i bambini si troveranno alle prese con la frustrazione di non riuscire a catturare l’attenzione del genitore ed emuleranno il comportamento. Un gesto compulsivo che talvolta nemmeno identifichiamo perché talmente normale che non riusciamo a fare diversamente. La vita virtuale finisce così per prendere il sopravvento su quella reale, rendendo il phubber sgradevole e antipatico agli occhi dei propri conoscenti.
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La dipendenza da smartphone, nota anche con il termine “ nomofobia”, è ormai un fenomeno dilagante soprattutto tra i giovani e consiste nell’ansia di rimanere privi di connessione, di ricarica o di qualunque cosa metta il telefonino fuori uso. Oltre alla maggiore difficoltà di intrattenere relazioni positive con i proprio amici in carne ed ossa, la dipendenza da cellulare porta a una riduzione dell’attività fisica, a un’eccessiva esposizione alla luce blu e, alla lunga, a sintomi legati ad ansia e perfino alla depressione.
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Nel 2016 nello studio condotto da James A. Roberts e Meredith E. David, e pubblicato sulla rivista Computers in Human Behaviour, è stato r3eso noto che il phubbing incrementa di molto le tensioni all’interno della coppia, soprattutto in caso di partner ansiosi e in presenza di tendenze depressive, tesi rivelata anche dallo studio condotto dagli studiosi dell’Università del Kent e pubblicata dalla rivista Journal of Applied Social Psychology. Nel 2021 una ricerca ha rilevato che la sensazione di sentirsi trascurati è meno intensa se l’altro legge un libro o un giornale rispetto all’uso dei dispositivi digitali.
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