È finita l’era dei social gratis: ecco da quando inizieremo a pagarli

Fino ad oggi si poteva usufruire dei social senza spendere un euro ma ci sono cambiamenti in vista! È finita l’era dei social gratis: ecco da quando inizieremo a pagarli.

L’era dei social media è arrivata e sembra non avere fine. Quasi tutti hanno un profilo su almeno una delle piattaforme di social media e trascorrono un significativo periodo di tempo ad usarli. Ma da dove sono nati i social media e che ruolo hanno giocato nelle nostre vite fino ad ora?

È finita l'era dei social gratis: ecco da quando inizieremo a pagarli

I social media sono nati nel 2004, quando Mark Zuckerberg ha creato Facebook. La rete sociale è stata un successo immediato ed altri servizi di social media sono nati subito dopo. Oggi, ci sono dozzine di social network, ciascuno con i suoi vantaggi. I media sociali hanno servito aiutare le persone a connettersi virtualmente. E’ stata un metodo veloce e facile per restare in contatto con amici, familiari, colleghi di lavoro e anche persone che non si conoscono. Inoltre, le persone possono usare i social media per condividere notizie, informazioni e contenuti divertenti.

I social media nascono come servizi gratuti

Uno dei motivi principali per cui persone amano i social media è che sono gratuiti da usare. Ci sono alcune piattaforme che offrono account premium, ma la maggior parte dei network sociali sono completamente gratuiti. Questo li rende accessibili a coloro che non possono permettersi di pagare un abbonamento per usare qualsiasi altro servizio online.

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Insomma, i social media sono diventati una parte importante della nostra vita quotidiana e hanno cambiato il modo in cui facciamo amicizia, interagiamo con le persone e ci informiamo. Offrono un modo conveniente e gratuito di rimanere in contatto con chiunque, ovunque. Tuttavia sembra che le cosa stiano per cambiare, addirittura si parla che inizieremo a breve a pagarli, ecco i dettagli.

L’era dei social gratis è finita!

I social network non sono più il luogo di condivisione di pensieri, esperienze di vita e passioni. Ma piuttosto una piattaforma di lavoro dove l’influencer profitteerà del proprio lavoro. Si può monetizzare: sfruttando strumenti come Facebook Ads o Instagram Ads, sponsorizzando prodotti o servizi o semplicemente vendendo prodotti digitali come ebook o corsi. Ma ovviamente, non tutti i contenuti possono essere monetizzati allo stesso modo. Ad esempio, i contenuti di valore (ad esempio di consulenza) possono portare a guadagni più significativi rispetto ai post semplicemente divertenti.

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Inoltre, la pubblicità a pagamento è l’unico modo sicuro per scalare velocemente, raggiungere un pubblico più ampio e così, alzare finalmente la soglia dei guadagni. Quindi, con un minore sforzo e maggiori chances di riuscire a raggiungere obiettivi come l’indipendenza finanziaria.

Stop ai social gratuiti: ecco da quando inizieremo a pagarli

L’industria si sta facendo più competitiva e tutti i grandi giocatori del settore stanno facendo passi da gigante. Nel 2020 sono stati già investiti 54 miliardi di dollari nello sviluppo di piattaforme social, con risultati notevoli in termini di introiti. Ai tempi dello streaming video, YouTube è stata una delle migliori roccaforti di profitti digitali, e lo sta ancora oggi: ha raggiunto la somma di 15 miliardi di dollari. Fino a tempi recenti, pubblicizzare un prodotto sui social gratuitamente era possibile, anche se molto meno efficace.

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Adesso, però, vogliamo pagare per avere più influenza, guadagnare più denaro con un lavoro da casa, generare traffico verso i nostri siti web, e creare una piccola economia a partire dai social. Il “vecchio” modello di business (quello di prodotto – quello della creatività non remunerata) è stato sostituito con quello del “pagamento per visibilità”. Gli utenti devono pagare per postare, pubblicizzare, avere più visualizzazioni e alcuni devono pagare anche per leggere contenuti di alto livello. Ed è così che inizia l’era dei social a pagamento.

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