Famiglie LGBT, la dura decisione è uno schiaffo ai diritti della comunità. Niente più genitori ambosessi. Cosa sta succedendo
Molto è stato fatto negli ultimi anni per quanto riguarda il tema dei diritti civili, in particolare dei diritti della comunità LGBT+. Molto ancora, però, è ancora da fare. L’Italia ha diverso terreno da recuperare per quanto riguarda la loro tutela.
A dimostrazione di ciò nelle ultime settimane è scoppiata una polemiche piuttosto importante su una decisione che sta facendo discutere veramente tanto.
Niente più genitori ambosessi, la decisione di Milano
La decisione riguarda il Comune di Milano. Come riportato dal Corriere della sera infatti il prefetto di Milano, Renato Saccone ha richiesto al sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala di non inserire il nome del genitore non biologico nell’atto di nascita dei figli do coppie dello stesso sesso, di fatto non riconoscendo alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche.
Questa decisione, per di più, sarebbe stata presa sotto impulso del Ministro dell’Interno. Un duro smacco per le coppie omosessuali. Nella comunicazione si specifica che qualora la cosa non dovesse essere fatta «dovrà essere richiesto l’intervento della Procura per annullarle».
Nei nuovi atti comparirà solo il genitore biologico
Alla base della decisione c’è la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezione Unite del dicembre scorso. In quella sentenza si era già anticipato l’interruzione al riconoscimento relativo ai nuovi atti di nascita. I giudici avevano deliberato che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata «dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione all’anagrafe».
Il sindaco Sala era intervenuto personalmente rilasciando i certificati anagrafici con due madri, sfruttando il vuoto normativo lasciato. Il Viminale si è però esposto sulla questione a metà Gennaio, non lasciando spazio ad interpretazioni. Era stato ordinato lo stop alle trascrizioni dei certificati dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata, . A questo, il prefetto ha aggiunto lo stop al riconoscimenti dei figli di due madri nati in Italia, riservandosi di dare indicazioni su quelli nati all’estero da due donne. Secondo la disposizione insomma può essere menzionato nell’atto di nascita solo «il genitore che abbia un legame biologico con il nato». Questo vale anche per la «trascrizione di atti di nascita formati all’estero» se riconducibili alla pratica della maternità surrogata.
Si tratta di un provvedimento che preoccupa molto le associazioni in difesa dei diritti della comunità LGBT+. Rappresenta infatti un grosso passo indietro, oltre che una decisione che non tutela dal punto di vista legale né il bambino né il genitore non biologico. La decisione, insomma, è destinata a fare discutere. La battaglia per i diritti civili è ben lontana dall’essere conclusa