Flavio Briatore e la dura reazione al figlio calciatore: “non ci riuscirà” e verrà a lavorare con me”. Al momento dee capire
È uno degli uomini più conosciuti per le sue creazioni, il suo immenso patrimonio, e anche le sue tante chiacchierate uscite televisive, e Flavio Briatore che oggi si scaglia contro quelle che sono le piattaforme universitarie e dalle quali molti giovani escono senza poter ambire a nessun futuro lavorativo concreto. Con una triste percentuale proprio Briatore racconta il proprio pensiero a Massimo Giletti e lo fa rapportando il 100% degli iscritti all’università della cui percentuale 70 e 30 riuscirebbe a concludere gli studi il quattro a trovare lavoro.
Effettivamente i dati sono molto triste ma Flavio Briatore ne parla in relazione a quello che il suo insegnamento al figlio che ha avuto in tarda età. Una notevole differenza quella tra lui e suo figlio ma Fabio Operatore punta l’attenzione particolare a quello che è il suo futuro lavorativo. Chiedere al proprio figlio quali sono i suoi sogni e poterli perseguire è una cosa che ogni genitore col fare e potrebbe voler fare, ma non tutti possono permettersi di dire vai in seguito i sogni per le situazioni economiche in primis.
Flavio Briatore e la dura reazione al figlio calciatore
Chiaramente non è una questione che riguarda una persona come Flavio Briatore che si è certamente in termini economici non ho nulla da desiderare il genitore per il proprio figlio vuole il meglio e alla domanda: “che cosa vuoi fare“ i figli avrebbe risposto il cacciatore ma secondo l’opinione di Briatore il figlio non riuscirà a raggiungere questo desiderio e a 18 anni andrà a lavorare insieme a lui quindi continuando le sue orme. Categorico su quello che sarà il futuro di suo figlio ma potrebbe anche stupirlo il ragazzino adesso e magari diventerà davvero un calciatore.
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“ Io vorrei capire se mio figlio è buono o non è buono per poter un giorno prendere il posto mio“ ha dichiarato Flavio Briatore a Giletti, “ allora dico se tu non hai passioni a 18 anni viene a lavorare, mi sembra una roba talmente logica e lui mi ha detto papà io voglio fare il calciatore se non ci riesco vengo a lavorare. Difatti io penso che non ci riuscirà e verrà a lavorare ma anche perché ormai l’università sono delle piattaforme per disoccupati, non tutte, ma 100% della gente che inizia l’università soltanto in 30 la finisce il quattro trova lavoro.
E quindi io dico ma a diciott’anni iniziato a lavorare perché è sparito il mondo di voler fare impresa da quando a diciott’anni e vent’anni. Puoi fare l’idraulico e dopo 10 anni avere 10 negozi poi per le otto per le sette soltanto che il problema dell’Italia, il vero problema è che la gente non vuole più lavorare”.
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