Per chi ricorre alla maternità surrogata sono previste multe che possono arrivare anche fino ad un milione di euro. Scopriamo insieme cosa sapere.
La maternità surrogata prevede che a portare avanti una gravidanza fino al parto sia una donna che a conti fatti presta il suo grembo a coloro che, al contrario, non possono avere figli. Questa pratica di procreazione assistita però può comportare il pagamento di una multa molto salata che può arrivare fino ad un milione di euro.
Di seguito, vi sveliamo tutto ciò che c’è da sapere in merito alla legge che prevede il versamento di una somma piuttosto alta per tutti coloro che decidono di ricorrere alla maternità surrogata.
Maternità surrogata, ecco cosa si rischia
Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di punire in maniera piuttosto importante in materia di diritti e nello specifico su quella che risulta essere la pratica di ricorrere alla procreazione assistita, in particolare alla maternità surrogata.
In particolare, è stata presentata una proposta che punisce la pratica in questione anche laddove fosse compiuta in un paese estero. A tal proposito, la ministra Eugenia Roccella ha spiegato che l’’utero in affitto non può essere considerato come quello che ha definito un vero e proprio mercato di bambini. Più duro è stato il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, che ha dichiarato che la maternità surrogata è un reato grave, ancor più della pedofilia. Ciò detto, la proposta di Varchi mira ad introdurre all’interno della normativa italiana uno specifico divieto di ricorrere alla maternità surrogata oltre che in Italia anche nei Paesi esteri.
In poche parole, la legge prevede di punire il cittadino italiano che decide di ricorrere alla maternità surrogata rischia da i tre mesi ai due anni di reclusione come anche una multa da 600mila fino ad arrivare ad un milione di euro. All’interno della relazione presentata da Maria Carolina Varchi, la deputata di FdI ha voluto ribadire l’intenzione di voler fornire una legislazione ancor più chiara e netta a supporto dei tribunali anche per quanto concerne le pratiche di procreazione assistita eseguite all’estero. Oltre a ciò, ha voluto sottolineare la volontà del governo di mostrare la propria contrarietà per quanto concerne lo sfruttamento e la commercializzazione dei bambini, delle donne e dunque il fenomeno del turismo procreativo.
La legge risalente al 2004
In verità esiste già una legge risalente al 2004 che introduceva la punibilità dei reati commessi in materia di procreazione medicalmente assistita. Proprio sulla base di questa Legge, il governo guidato da Giorgia Meloni ha fatto sapere di voler introdurre la punibilità del reato anche laddove si sia verificato in un Paese diverso dall’Italia.
Non c’è dubbio che la decisione dell’esecutivo è particolarmente severa e decisa. Si tratta di un segnale inequivocabile con sui si vuole mettere fine ad una pratica a cui ricorrono moltissime persone, fuori dall’Italia.