Dal 2024 potremo dire addio al canone Rai, ma entro fine Aprile c’è una domanda da inviare: ecco come dovrai fare per non pagarlo più!
Il Canone Rai è una tassa imposta a tutti i possessori di apparecchi televisivi in Italia, in base alla Legge Finanziaria n. 311, del 30/12/2004, per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo. Si tratta quindi di una forma di contributo obbligatorio al sistema di comunicazione pubblica italiana, e il suo ammontare è fissato annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Canone Rai è stato introdotto per la prima volta il 1° gennaio 1976, ma non è stato definitivamente adottato come legge fino al 2004. L’importo annuale è variabile e dipende dalle dimensioni dei singoli apparecchi televisivi: 95,50 euro per le televisioni più grandi, mentre vale zero per i dispositivi portatili.
Il Canone Rai è stato introdotto per diversi motivi, il più importante dei quali è fornire i fondi necessari a sostenere la televisione pubblica italiana e offrire un servizio di qualità a tutti gli utenti. Il canone ha anche una funzione di redistribuzione del reddito, in quanto permette a chi ha maggiori entrate di finanziare la televisione pubblica. Inoltre, serve a proteggere l’industria della radio e della televisione, in modo che possa essere in grado di svilupparne ulteriormente la qualità. Un’altra ragione per cui è stato introdotto il Canone Rai è quella di fornire a tutti i cittadini la possibilità di accedere a servizi di qualità. Inoltre, il canone aiuta a finanziare la produzione e la diffusione dei programmi televisivi, così come anche quelle dei programmi radiofonici nazionali.
Il Canone Rai è un costo che tutti gli italiani devono sostenere se in possesso di un apparecchio in grado di ricevere i programmi televisivi. Il Canone è fisso e non vi è alcuna possibilità di ridurlo, nonostante ci siano molti dibattiti sulla necessità di questa imposta. Il canone è stato introdotto con la legge 537/1993 per finanziare la Rai e le sue trasmissioni, che in linea teorica dovrebbero garantire libertà d’informazione.
Molte persone hanno deciso di non pagare il Canone Rai e sono ricorse alla contraffazione dei documenti o all’utilizzo di altre dicerie per non pagarlo. Una di queste dicerie è che chi non ricorre all’utilizzo di alcun dispositivo di ricezione televisiva non deve pagare il canone. In realtà questa diceria non è fondata e anche chi non possiede un televisore dev’essere in regola con il pagamento del canone. Un’altra diceria molto diffusa è che i canoni non devono essere pagati in caso di abitazioni non abitate. Anche in questo caso, la diceria non è vera in quanto non può essere dimostrato che un’abitazione sia effettivamente disabitata. Certo, le dicerie usate per non pagare il Canone Rai sono delle false credenze che non hanno alcuna base legale. Pertanto, coloro che decidono di non pagare il Canone Rai rischiano di incorrere in sanzioni amministrative o persino penali. In più ce n’è ancora una che forse non sapevate.
Quando è stata introdotta la tassa, alcune persone hanno creduto di riuscire a eludere questa legge semplicemente non guardando la RAI. Ma questo non può funzionare. La caratteristica principale del canone RAI è infatti la sua obbligatorietà. Anche se non si guardano i programmi RAI, o anche se si possiede una televisione senza alcun contenuto televisivo, si deve comunque pagare il canone RAI. La tassa imposta, viene addebitata direttamente in bolletta e dal 2016 è di 90 euro indipendentemente da quanti televisori ci sono in casa. Tuttavia l’Unione Europea però ha imposto la separazione del canone rai dalla bolletta, quindi molto probabilmente si tornerà al passato con pagamento tramite modello F24 direttamente all’agenzia delle entrate.
Per non pagare le imposte e guardare ugualmente i programmi tv usando il WI-FI, bisogna essere in possesso di una smart-tv senza sintonizzatore radio, che altro non è che: ” il cavo dietro la tv che collega l’antenna”.
Basta inviare il modulo di esonero direttamente all’agenzia delle entrate. Basta andare sul sito dell’agenzia delle entrate dove troverete tutte le dichiarazioni. Attenzione però perchè c’è un limite, poichè bisogna farlo entro il 30 aprile!
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